Vei era una divinità etrusca primariamente associata alla fertilità, alla rigenerazione della vita e alla procreazione. Le sue caratteristiche l’hanno portata ad essere assimilata alla greca Demetra e alla romana Cerere. Il suo culto era legato alla terra, ai cicli vitali, alla protezione delle gravidanze e ai riti misterici che promettevano una nuova vita dopo la morte, anche attraverso la figura mitologica di Kore.
- Ruolo e attributi: Vei era vista come la “Madre” che rigenerava il ciclo vitale. Le donne sterili o con difficoltà a portare a termine le gravidanze le si rivolgevano offrendo doni per ottenere fecondità. Il suo culto includeva l’offerta di primizie e l’uso di rituali per la preparazione di zuppe di cereali.
- Culto: I riti dedicati a Vei prevedevano offerte votive, spesso rappresentanti parti del corpo, e la richiesta di guarigione e fertilità. La Venere della Cannicella, una scultura trovata a Orvieto, era probabilmente usata nel suo culto.
- Mito e parallelismi: La mitologia di Vei era intrecciata con quella di Demetra e Kore (Persefone), spiegando il ciclo delle stagioni e le credenze sulla morte e la rinascita. La sua assimilazione a Demetra favorì anche la diffusione degli stessi misteri eleusini in Etruria.
- Culto in Etruria: Il culto di Vei era particolarmente importante nella città di Veio, anche se meno conosciuto rispetto a divinità come Uni, la dea di Veio. L’ellenizzazione delle pratiche di culto etrusche ha contribuito a una maggiore assimilazione tra Vei e Demetra.

